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Il Decreto Legislativo 152/2006 ha introdotto il divieto di eliminare il materiale legnoso, derivante dalla potatura, tramite falò in quanto considerato rifiuto speciale non pericoloso con l’ obbligo del conferimento in discarica, consentendo, in alternativa, la possibilità di trinciare il materiale legnoso sul posto, interrandolo successivamente.

Non dimentichiamo che il materiale legnoso trinciato e lasciato a terra è causa dell’aumento di batteri e parassiti, con un rincaro dei costi in agrofarmaci e prodotti chimici.

Così, trattando le potature come rifiuto speciale, la maggior parte delle aziende agricole si troverebbe a sopportare notevoli costi che renderebbero i loro prodotti poco competitivi nel mercato.

Uno studio dell’ ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative) ha rivelato che il potenziale dei residui legnosi non sfruttati in agricoltura ammonta a ben 5 Milioni di tonnellate
all’anno.

A queste considerazioni dobbiamo aggiungere l’ aumento tendenziale del costo dei carburanti fossili a cui tutti ci rivolgiamo per il nostro fabbisogno energetico.

L’ idea vincente è di ribaltare le conclusioni fin qui esplicate, considerando le potature, da costi, a preziose fonti di profitto.

Il funzionamento di una Plano è molto semplice e allo stesso tempo estremamente efficace.

Uno speciale rastrello di raccolta introduce le ramaglie nella camera di cippatura lasciando a terra le eventuali pietre o zolle che possono esserci sul fondo in lavorazione.

Dalla camera di cippatura il materiale viene espulso per mezzo dello speciale rotore “TURBO” nel cassone posteriore.

Il sistema brevettato del rotore riesce a tagliare in maniera uniforme la ramaglia senza sfibrarla. Si produce, così, un materiale cippato a dimensione calibrata che perde rapidamente l’umidità senza ricorrere ad impianti di essicazione prevenendo la fermentazione.

Da test effettuati nel mese di dicembre sul residuo di potatura di vigneto, è risultato che già dopo due settimane il materiale cippato Plano aveva perso il 25% del suo
peso originale e dopo due mesi è arrivato ad avere il 19% di umidità.

Questo è stato possibile perché il materiale una volta stoccato si dispone a nido d’ape lasciando la possibilità all’aria di passare attraverso gli spazi che si formano naturalmente.

Una efficienza energetica davvero impressionante se pensiamo che le normali caldaie a cippato, destinate all’uso domestico, riescono a funzionare con tassi di umidità
molto più elevati.

La possibilità di controllare la dimensione del cippato e la conseguente rapida essiccazione permette di destinare, senza ulteriori spese, il cippato risultante da Plano,
non solo alle centrali a biomassa ma anche, e soprattutto a:
Caldaie domestiche a biomassa con cloclea di carico
Produzione di pellet industriale
Produzione pannelli di truciolato
Produzione di bricchetti
Produzione di compost
Produzione di energia termica o elettrica per mezzo di caldaie a biomassa o a cippato.